Dentro il cinema di Ala Eddine Slim

Manifesti per un cinema libero – Extended

DENTRO IL CINEMA DI ALA EDDINE SLIM

A chiudere la prima edizione di Manifesti per un Cinema Libero un focus dedicato al regista tunisino Ala Eddine Slim, tra gli sguardi più radicali e visionari del cinema contemporaneo. Con tre film e una masterclass, il suo arrivo a Napoli rappresenta un’estensione significativa della rassegna e un’occasione per approfondire un’opera che attraversa confini geografici, politici e simbolici.

Il cinema di Slim — sospeso tra realismo e favola — indaga le ferite dell’umanità e i suoi fantasmi rimossi, interrogando la perdita, l’assenza, la tensione tra natura e storia. La ricerca formale si intreccia a una riflessione sulla condizione umana, tra dimensione poetica e urgenza politica, che si inscrive pienamente nel solco del Terzo Cinema oggi.

In programma tre titoli che delineano il suo percorso: The Last of Us (Leone del Futuro – Premio Luigi De Laurentiis e Premio Mario Serandrei per il miglior contributo tecnico alla 73ª Mostra del Cinema di Venezia), Babylon (Grand Prix al FID di Marsiglia 2012) e Agora, presentato in concorso a Locarno, dove ha ricevuto il Pardo Verde.

Programma

N deve attraversare il deserto per raggiungere il nord dell’Africa e traversare clandestinamente
verso l’Europa. Dopo essere stato rapinato, N si ritrova da solo in Tunisia e, deciso ad attraversare
lo stesso il mare, ruba una barca e prende il largo. Ben presto l’imbarcazione affonda, ma da quel
momento N condurrà un viaggio speciale e unico, entrando in contatto con un’altra immagine di
se stesso.


Martedì 6 maggio ore 21.15
Multicinema Modernissimo

AGORA – Anteprima italiana
(Tunisia, Francia, Arabia Saudita 2024, 99’)
a seguire Q&A con il regista
Vai al film


Mercoledì 7 maggio ore 10.00
Multicinema Modernissimo

MASTERCLASS DI ALA EDDINE SLIM
In collaborazione con Scuola di cinema – Accademia di Belle Arti di Napoli
ingresso gratuito


Tra il check-point di Ras Jdir, che separa la Tunisia e la Libia, e la città di Ben Guerdanne, c’è solo
l’aperta campagna. È qui che, durante la primavera del 2011, più di un milione di profughi di varie
nazionalità e lingue sono arrivati, in fuga dai crescenti combattimenti in Libia tra i rivoluzionari e le
forze pro-Gheddafi. Ed è qui che, poche settimane dopo la rivoluzione tunisina, è stato costruito il
campo di Choucha per accoglierli. Ismaël e Youssef Chebbi con Ala Eddine Slim hanno deciso di
raggiungere il posto dotati di videocamera per scoprire cosa stava accadendo. Hanno così
documentato, senza aggiungervi commento, le fasi del lavoro, gli scavi, le tende, i media
internazionali, le ONG, i militari e, soprattutto, i profughi.